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Immagine del redattoreLiana Celesti

ISHTAR o INANNA – DEA DELL'AMORE E DELLA FERTILITA'


Fu la divinità femminile più importante del pantheon babilonese (sumero e accado), di origine veramente semitica e per questo fu una figura divina comune a tutti i popoli semitici (ebrei e arabi).


Il nome che significa "La signora di An" o meglio "del cielo" o ancora la “Splendente” era associata già allora alla stella Venere.


Da Babilonia in poi era associata alla DEA DELLA BELLEZZA, DELLA FECONDITA' E DELL'AMORE, inteso come passione e relazione erotica più che coniugale; era inoltre una dea guerriera.


Era figlia di Sin, dio della Luna, e sorella di Shamash, dio del Sole. La si riteneva inoltre moglie o amante di Anu, dio del Cielo.


Era la regina degli dei, la signora del cielo e della terra, l'unica dea. Perciò il suo nome venne a significare semplicemente dea. A lei venne dedicata una delle porte per entrare nella città di Babilonia, quella che portava alla strada principale.

Eroina e rappresentante lo spirito della discordia e del contrasto è anche dea tanto dell'amore puro quanto di quello sregolato, vergine e prostituta nello stesso tempo.Inanna/Ishtar era dea della guerra, della giustizia, dell'agricolturae regolava i cicli della natura.


Il culto di Ishtar era diffuso in tutta la Mesopotamia; la dea possedeva perciò templi in quasi tutte le città.


Il tempio era chiamato E-anna, "Casa del Cielo".


Il mito più importante che si conosca di Ishtar è quello che descrive la sua discesa agli inferi per liberare il dio Tamūz e ricondurlo sulla terra. Perciò essa è riguardata anche quale madre o sposa di Tamūz. È raffigurata quale dea guerriera armata di tutto punto, e secondo alcuni ancora quale dea nuda, che qualche volta allatta un bambino.


Esistono delle bellissime poesie scritte da Inanna al suo amore e futuro sposo Dumuzi; ma il testo più conosciuto ad oggi è “La Discesa di Inanna”, che narra della discesa della Dea agli Inferi per salvare il suo amato che era stato ucciso.


Attraverso il passaggio delle otto porte (otto prove che la costringono ad abbandonare ogni cosa dietro cui possa nascondersi o attaccarsi, per affrontare pienamente il vuoto e connettersi alle energie sottili) effettua un sibolico rito di morte e rinascita per trovare se stessa.


La sua figura viene associata in alcuni riferimenti a LILITH: a volte sovrapponendo le due figure , a volte ponendole una accanto all'altra dove LILITH rappresenta una ancella di Inanna.


Anche questo simbolo divino ci riporta potentemente nell'epoca in cui il femminino era sacro, integro, potente e libero, prima che venisse represso e sottomesso dall'arrivo del patriarcato che vive tutt'oggi.


“..e quindi uscimmo a riveder le stelle..”


Liana



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